Guida: impianto e collegamenti elettrici per Piano Cottura a Induzione
(Guida realizzata dall’utente: Tyco)
Data di prima pubblicazione: 2 Settembre 2014
Ultima revisione: 10 Giugno 2020
(alcune informazioni presenti nella guida sono state estratte dal forum di PCI Review)
ATTENZIONE!
Questa guida intende fornire solo indicazioni di massima. Per chi non ha sufficiente competenza in tema di elettricità, la realizzazione del collegamento ed interventi di modifiche su di un impianto elettrico devono essere affidati ad un elettricista qualificato. PCI Review non è responsabile per danni a persone o cose dovuti ad interventi non eseguiti secondo le norme vigenti.
Guida: Impianto e collegamenti elettrici
Per chi non ha sufficiente competenza con l’elettricità, i collegamenti devono essere fatti da un elettricista qualificato.
Le prese Schuko o italiane grosse hanno una portata massima di 16A (3,7 kW). La maggior parte dei piani cottura elettrici a 4-5 piastre hanno di solito un assorbimento massimo di circa 7,4kW, che in monofase corrispondono ad una corrente di 32A, e fino a 10-11kW, che corrispondono a ben 47A, per certi modelli con 5-6 piastre. Queste assorbimenti vengono raggiunti solo quando tutte le piastre sono accese alla massima potenza.
Per questo motivo un piano cottura di potenza superiore a 3,7kW NON deve mai essere collegato utilizzando una spina mobile Schuko o italiana, neanche se il contatore è da solo 3 kW.
I contatori elettronici da 3kW consentono di assorbire quasi 4kW per 2 o 3 ore, che è già oltre il limite di una presa da 16A. Inoltre si aggiungerebbe il carico di altri elettrodomestici collegati ad altre prese sulla stessa linea. In ogni caso è da evitare l’utilizzo di una spina domestica per un collegamento fisso con una potenza vicina al limite massimo della spina.
In breve le 3 regole fondamentali:
1) I piani cottura di potenza nominale superiore a 3,7kW vanno collegati alla rete sempre utilizzando una MORSETTIERA di sezione appropriata, MAI utilizzando una spina Schuko o italiana grossa (entrambe da 16A, 3,7 kW).
I piani di potenza fino a 3,7kW andrebbero lo stesso collegati con dei morsetti, in quanto le prese domestiche da 16A consentono di assorbire più di 10A (da 2300W a 3700W) solo per un tempo limitato.
2) Il cavo che porta corrente alla presa del piano cottura deve provenire direttamente dal quadro elettrico principale di casa e non deve alimentare altre prese oltre al piano cottura.
Il cavo deve essere di sezione tale da supportare la massima corrente erogata dal contatore, se questa è inferiore a quella massima assorbita dal piano. Solitamente 4-6mmq per 32A, per i piani da 7,4kW e 6-10mmq per 47A, per i piani da 10-11kW. (Valori indicativi per lunghezze di linea fino a circa 15 metri).
3) La linea che alimenta il piano cottura deve essere dotata di interruttore magnetotermico di protezione dedicato. In Italia viene prescritto un magnetotermico con interruttore differenziale, sebbene un secondo differenziale non sia indispensabile. Di norma, il magnetotermico deve essere da:
32A se la linea è da 4-6mmq.
50A se la linea è da 10mmq e si ha un contatore con 10kW in monofase ed un piano cottura da 10-11kW.
16A quadripolare (3 fasi + neutro) in impianti trifase con potenza di contatore uguale o maggiore a 10kW e piano cottura fino a 11kW.
Dove non è possibile disporre di una linea dedicata per il piano cottura:
La soluzione “meno peggio” è quella di smontare una presa Schuko o italiana grossa da 16A e collegare il piano cottura con dei morsetti direttamente alla linea elettrica.
E’ essenziale che la linea che alimenta la presa sia correttamente dimensionata per almeno 16A (in impianti molto vecchi potrebbe non esserlo), con cavi da 4mmq e che la linea sia protetta da un magnetotermico da 16A (3,7kW).
Questa soluzione, sebbene di fatto sia elettricamente sicura, non sarebbe consentita dalle norme, perchè il piano cottura ha un assorbimento massimo nominale in etichetta superiore alla portata della linea (3,7kW). Non ha importanza se il piano sia dotato di funzione di limitazione della potenza massima. Assumersi quindi la responsabilità dell’intervento.
Questa soluzione sarebbe però da evitare se si hanno più di 3 kW di contatore, in quanto il piano cottura rimarrebbe comunque limitato dai 3,7 kW disponibili sulla sua linea, su cui magari gravano altri grossi elettrodomestici come il forno o lavastoviglie. Quindi i fornelli beneficerebbero di poco della maggiore potenza del contatore.
Se sulla linea ci fosse una sola presa, e la linea fosse direttamente collegata al quadro elettrico, è possibile collegarsi con dei morsetti alla linea ed aumentare il magnetotermico oltre i 16A, compatibilmente con la sezione e la lunghezza dei cavi.
Il collegamento del piano cottura:
Tutti i piani cottura di potenza superiore a 3,7kW sono progettati per funzionare in impianti trifase, ma possono essere collegati anche in monofase. I modelli con potenza fino a 7,4 kW utilizzano di solito 2 fasi. Le due fasi utilizzate devono così fornire ciascuna massimo solo 16A.
I modelli da 10-11kW utilizzano invece tutte e 3 le fasi, per mantenere l’assorbimento su ciascuna fase sotto i 16A, che è il limite in corrente degli allacciamenti domestici trifase da 11kW, che sono lo standard in diversi paesi europei.
Negli impianti monofase la singola fase disponibile, deve quindi supportare tutta la corrente, che invece sarebbe stata suddivisa in 2 o 3 fasi. Con un piano cottura da 10kW il cavo della linea deve sostenere da solo tutti i 47 Ampere, anzichè 16A!
Nel collegamento in impianti monofase è necessario quindi sdoppiare la fase disponibile in 2 o 3 finte fasi, aggiungendo un ponte sulla morsettiera del piano per portarla anche sul morsetto che sarebbe dedicato alla seconda e terza fase (se utilizzata dal piano).
Il cavo che va dalla presa al piano cottura è di regola un cavo apposito, meccanicamente robusto, con guaina esterna resistente al calore.
Sul piano cottura:
Alcuni piani da 7,4 kW acquistati su internet e provenienti da mercati esteri vengono consegnati con un cavo composto da 3 fili (2 fasi +neutro) + terra da 1,5 o 2,5mmq. Questo cavo non può essere utilizzato in un impianto monofase, perché il neutro non avrebbe sezione sufficiente per coprire tutto l’assorbimento!
Molti modelli da 7,4kW vengono consegnati con uno cavo standard per uso trifase,composto da 5 fili con sezione di 2,5mmq. In questo caso, in un impianto monofase basta unire insieme 2 fili delle fasi (es. nero e marrone) e unire gli altri 2 fili per il neutro (es. blu e grigio). Sul lato della presa a muro vanno uniti insieme con dei morsetti.
In monofase la sezione del filo del neutro deve essere uguale quella della fase. La terra si collega a parte sul suo morsetto.
Non bisogna assolutamente fare un ponte sulla morsettiera del piano, se si porta al piano cottura un solo conduttore da 2,5mmq per la fase o per il neutro. La sezione sarebbe insufficiente per coprire l’assorbimento!
Se il piano è da 10-11kW, il cavo a 5 poli da 2,5mmq non si può utilizzare in monofase, perché il neutro rimarrebbe di sezione insufficiente. Bisogna utilizzare del cavo da 10 mmq.
Nota sulla tensione di 400V o 380V indicata sulle etichette e sui manuali istruzioni:
Queste tensioni sono riferite alle linee trifase, e si tratta della tensione che si crea fra una fase ed una qualsiasi delle altre due. NON è la tensione presente su ogni singola fase (non è la scossa che si prenderebbe toccando UNA SOLA delle 3 fasi, tanto per capire).
Quando fra una fase e l’altra si creano 400V significa che fra ogni fase e il neutro ci sono i noti 230V. Nelle abitazioni con 230V monofase, quel 230V non è altro che una sola delle 3 fasi proveniente da una cabina elettrica con 400V trifase.
In Italia la vecchia trifase a 380V è stata innalzata a 400V per adeguarsi allo standard europeo più diffuso. Con 380V trifase si hanno 220V fra ciascuna fase ed il neutro, invece di 230V.
Al loro interno i piani cottura per funzionare utilizzano i 230V che si trovano fra fase e neutro. Non utilizzano i 380-400V fra una fase e l’altra.
I 380V o 400V indicati nelle etichette dei piani cottura indicano soltanto che si tratta di una tensione trifase, dove quindi la sezione del neutro non è la somma della sezione delle fasi.
Se si avesse un piano cottura con i etichetta le tensioni di 380/220V non dovrebbero esserci problemi ad utilizzarlo con i 400/230V, perché un 5% di tensione in più dovrebbe essere compreso nelle tolleranze di tutti gli apparecchi. La tolleranza standard dovrebbe essere del 10%, quindi è ancora maggiore.
Prese a muro:
All’estero sono utilizzate prese apposite per i piani cottura, costituite da una morsettiera. Non so se ce ci sono anche in Italia. All’estero si trovano in tutti i brico per pochi €.
Ce ne sono di 2 tipi: con i morsetti in linea o disposti in cerchio. I contatti sono 5 (3 fasi + neutro + terra).
In Germania le linee per le prese trifase da 16A sono realizzate con fili rigidi di solo 1,5 mmq di sezione, per 11kW totali. In Italia credo che si usino fili flessibili da 2,5mmq, ma non lo so.
In un impianto monofase servono invece solo 3 morsetti (fase, neutro e terra), ma i cavi devono essere di sezione maggiore, almeno 4-6 mmq per i piani da 7kW e 10mmq per quelli da 10-11kW. (Le sezioni sono valide per lunghezze di linea fino a circa 20m).
Se in Italia non si trovano prese simili e con morsetti di sezione adatta, è sufficiente utilizzare un mammut.
In ogni caso i terminali dei fili devono venire protetti con gli appositi puntali a crimpare, per evitare danneggiamenti dovuti alla stretta della vite a nudo sui fili, con possibili surriscaldamenti durante il funzionamento.
Foto: puntale a crimpare, da stringere sui terminali da stringere in morsettiera (ci sono varie misure)
Foto: Esempio di presa a muro trifase con poli in linea, utilizzata in Germania. (Dimensioni esterne 8 x 8 cm)
Come si vede i fili sono notevolmente piccoli (1,5 mmq di filo rigido per 11kW totali), rispetto ad una linea monofase.
Foto: C’è anche in versione con i morsetti disposti in cerchio (dimensioni esterne 8 x 8 cm). Anche in questa foto sono visibili solo i cavi della linea. Il piano va collegato ai morsetti liberi.
Queste prese sono sempre collegate direttamente al quadro elettrico e protette da interruttori magnetotermici (i canonici 16A per ogni fase). In Germania i cavi dell’impianto sono di tipo rigido, composti da un unico conduttore, quindi non richiedono i puntali di protezione. Sono invece necessari sui cavi flessibili che vanno al piano cottura.
NOTE:
– Tutti i piani cottura hanno una gestione interna della potenza non disattivabile, che impedisce di superare 16A di assorbimento massimo su ogni singola fase. Questo perché, come già detto, in altre nazioni, questo è il limite da non superare su ciascuna fase, negli allacciamenti trifase di base previsti per le abitazioni.
Questo è il motivo per cui non è possibile attivare il livello booster contemporaneamente su 2 piastre alimentate dalla stessa fase. Di solito le piastre di ciascuna metà destra/sinistra del sono alimentate dalla stessa fase.
Se per esempio si accendono al massimo il fuoco da 21cm ed uno da 18cm appartenenti alla coppia di sinistra o destra del piano, richiederebbero insieme circa 4,45kW (19A). Allora una delle due piastre viene abbassata automaticamente al livello 8 dal power manager interno, per impedire che si superino i 3,6 kW (16A) sulla fase utilizzata.
– In alcune zone in Italia, soprattutto nella zona di Roma, è presente ancora la vecchissima distribuzione elettrica trifase a 127/220V, dove i 220V non sono la tensione fra fase e neutro, ma fra fase e fase. In questo caso la linea monofase non comprende il neutro ed entrambi i conduttori della linea si trovano alla tensione effettiva di 127V, ma che fra loro risulta di 220V. Questa alimentazione insolita non dovrebbe creare problemi di funzionamento ai piani a induzione.
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