Forum breadcrumbs – Sei qui:Forum PCI Review – Portale Italiano dedicato ai Piani Cottura a InduzioneForum Piani Cottura a Induzione Magnetica: Le vostre recensioniAutopsia-recensione AEG HK654250X … Please Accesso or Registrati to create posts and topics. Autopsia-recensione AEG HK654250XBTyco@tyco 2.454 Messaggi #1 · 15 Luglio 2018, 16:10
Recensione-autopsia AEG
HK654250XB (data di pubblicazione: 15/7/2018)
Tipologia:
larghezza 60cm, 4 piastre standard con zona arrosto, comandi separati, cornice ribassata in acciaio.
Modello
in Italia con cui è praticamente gemello: Electrolux EHH6540 (con o senza bordo) AEG HK654250XB
Modello:
Era
commercializzato in Germania ed ora è sostituito da modelli gemelli con sigla diversa, ma nel contenuto è identico ai modelli attuali AEG/Electrolux. Questo esemplare era stato acquistato nel 2015, ma la componentistica è ancora attuale. La costruzione e la maggior parte delle caratteristiche di comportamento, valgono per i modelli attuali AEG/Electrolux in genere. Differisce
dall’Electrolux EHH6540 principalmente per la presenza della zona arrosto e l’assenza del limitatore di potenza. Si possono anche osservare le differenze evolutive rispetto al mio modello del 2009. Dotazione
di piastre: 1
piastra 14,5 cm da 1400W (2500W booster) 1
piastra 18cm da 1800W (2800W booster) 1
piastra 21cm da 2300W (3700W booster) Zona
arrosto ovale 17×26,5cm da 2300W (3200W booster) Come
consueto sui piani a induzione, la potenza effettiva assorbita dal booster è solitamente inferiore a quella nominale, anche per l’abbassamento della tensione sulla linea. Le potenze sono sempre riferite con 230V pieni. Cornice
e assemblaggio:
Foto:
cornice e vetroceramica lato inferiore (cliccare per ingrandire) La
cornice metallica è molto utile nel proteggere i bordi del vetro da urti accidentali con le pentole, che possono arrivare fino a crepare il vetro. La cornice ribassata ha un aspetto estetico molto raffinato, anche nel materiale. Nei
telai attuali con cornice ribassata, questa è formata da una lamiera in acciaio di spessore singolo, non è ripiegata al disotto. Il vetro è incollato con del silicone speciale alla cornice ed è solidale con essa. Per ridurre al minimo lo spessore della cornice, questa non è fissata al telaio tramite un ripiego della cornice stessa. Il vetro è fissato direttamente al telaio tramite dei supporti a molletta incollati direttamente sul vetro.
Foto:
molletta di fissaggio vetro-telaio Foto:
assemblaggio cornice-telaio Questo
sistema aumenta molto l’effetto estetico della cornice, che si alza di solo 1mm sul piano del vetro, e appare molto piatta anche verso il piano di appoggio. Diminuisce molto però la robustezza dell’assemblaggio vetro-telaio, che riamane anche più aperto alle infiltrazioni di acqua in caso di mancato appoggio della guarnizione. Bisogna quindi stare molto attenti a non provocare flessioni pericolose sul vetro, soprattutto sugli angoli durante le operazioni di maneggiamento e posa del piano cottura. Lo stesso vale per i modelli senza cornice, dove il vetro appoggia direttamente sul ripiano (sopra la guarnizione). Assemblaggi simili sono utilizzati sui modelli senza cornice un po’ da tutti i costruttori. In questi assemblaggi il vetro è costantemente caricato dal peso del piano cottura stesso, che è di fatto appeso al vetro, oltre al peso delle pentole. L’assemblaggio
cornice-telaio sarebbe certamente da irrobustire, nonostante sia in uso da molti anni. anziché Anzichè mollette separate fra loro, basterebbe usare un profilo continuo incollato lungo i 4, come anche sui modelli senza cornice. Inoltre usare mollette anziché viti, rende difficoltosa e delicata e l’operazione di apertura del piano, soprattutto sui modelli da 80cm. La
vecchia cornice AEG non ribassata era invece fatta con una spessa lamiera ripiegata e fissata al telaio con un bordo perimetrale che agiva anche da sbarramento contro l’infiltrazione di acqua. Il peso del piano cottura gravava solo sulla cornice, molto solida, fissata con delle viti al telaio. La cornice appariva più “cicciotta” per via del ripiego della lamiera, ma si alzava pur sempre di solo 2,5mm sul ripiano e 3mm sul vetro. Il vetro non era incollato alla cornice ed era era molto robusta alla flessione, ma non è più disponibile.
Foto:
assemblaggio cornice-telaio nell’AEG 68001 K-MN del 2009 Bobine:
Foto:
bobine coperte L’assemblaggio
delle bobine è come consueto sugli AEG/Electrolux. Un foglio di materiale riflettente a base di mica*, una fibra minerale molto resistente al calore, riflette verso l’alto il calore proveniente dalla pentola.
Foto:
strato isolante Sotto il foglio riflettente è presente un disco di materiale isolante, anche
questo resistente ad alte temperature, che protegge ulteriormente la bobina dal calore. Quelle
“lancette” di alluminio servono per portare meglio verso il sensore al centro, la temperatura proveniente dalla zona intermedia della pentola, quella dove si sviluppa maggiormente il calore. Questo accorgimento non c’era nei modelli del 2009 e non è presente nei piani BSH. Non è però di particolare importanza. Al
centro della bobina c’è il sensore di temperatura, che viene utilizzato sia per l’indicatore del calore residuo, sia per lo spegnimento automatico in caso di riscaldamento anomalo della piastra (pentola vuota dimenticata accesa).
Foto:
bobine scoperte
Foto:
bobina profilo Il
filo della bobina è direttamente incollato con del silicone speciale su un foglio a base di mica*, sotto il quale ci sono delle sbarrette di ferrite disposte a raggiera, che spingono verso l’alto il campo magnetico. Ciascuna
bobina è fissata su una vaschetta in alluminio che appoggia su dei supporti molleggiati inclinabili, per potersi appoggiare al meglio in modo parallelo contro il vetro. La
bobina da 21cm in questo modello ha una spaziatura intermedia diversa che sul mio modello del 2009, ed ha un diametro effettivo di 20cm, ma non trovo differenze nel comportamento del calore.
*Suppongo
che sia mica. In ogni caso si tratta di una fibra vetrosa molto resistente al calore. Zona
arrosto: E’
tipica da trovare in Germania in molti modelli di base, per pentole circolari e ovali. Questa versione è più economica rispetto all’esecuzione classica, composta da due parti distinte (una bobina tonda più una sezione semicircolare, che si attiva solo se necessario). Qui è fatta con un’unica bobina ovale di 17×26,5, che coincide con la misura ufficiale. La parte centrale è dedicata a fondi rotondi fino a 17cm di diametro e nell’insieme è per pentole allungate. Nonostante il largo spazio intermedio e l’ovale delle spire centrali misuri solo circa 9x15cm, un fondo rotondo da 18cm risulta con sorpresa meglio ricoperto dal calore nel complesso, soprattutto in direzione trasversale, che su una piastra rotonda da 18cm. A differenza della zona da 18cm (1800W), questa zona arrosto ha 2300W di potenza. Nonostante
la larghezza, un pentolino con fondo a strati di 10,5cm viene riconosciuto. Schede
inverter:
Foto:
piano aperto, schede. La scheda di destra è la master* e quella di sinistra è la slave
Foto:
scheda di sinistra, slave (cliccare per ingrandire)
Foto:
lato inferiore. La scheda in questa foto è di un altro modello ed è di revisione “H”, anziché “I”, quindi di poco precedente, ma visivamente si può considerare identica (e potrebbe esserlo). Nel modello in esame non ho smontato la scheda. (cliccare per ingrandire)
Le
schede sono sempre della nota serie CHEETAH/TIGER ormai ben consolidata, in uso da circa il 2008-2009 sui piani AEG/Electrolux e negli altri marchi del gruppo Electrolux. Rispetto a quelle montate sul mio modello del 2009. Ciascuna scheda gestisce le due zone cotture soprastanti. *La
scheda master è quella che è collegata al pannello comandi, gestisce lo standby del piano cottura e passa tutti i comandi all’altra scheda (slave). Le
schede di questo modello sono di revisione più recente (revisione “I”) di quelle nel modello del 2009 e contengono due miglioramenti in particolare. L’inverter funziona con un campo di frequenza un po’ più alto, 21-50kHz contro i 15-38kHz del 2009. Le piastre sono molto più silenziose agli alti livelli di cottura 13-14 (livelli 8-9 sulla scala 1-9) e booster, i livelli che usano le frequenze più basse. L’assorbimento
in standby è stato ridotto a solo 0,3W in linea con le norme attuali, contro i 4W del mio modello del 2009. Un
particolare positivo è il sensore di temperatura montato sul dissipatore in alluminio fra i transistor (la capocchia col filo nero), che permette al ventilatore di reagire velocemente all’aumento di temperatura dei transistor. Ogni scheda inverter ha il suo ventilatore indipendente dall’altro, mentre sui Bosch/Siemens ce n’è uno solo, più grosso, in comune per le due schede. La
ventilazione è usata piuttosto frequentemente e questo fornisce all’elettronica un raffreddamento più generoso che sui piani BSH. Pannello
comandi: Foto
scheda pannello comandi: Da notare la presenza di due tasti che sono montati, ma non sono illustrati nella serigrafia. La loro funzione, utilizzata in altri modelli, qui non è presente nel software o hardware (controllo della cappa aspirante e suddivisione della zona flexy). Il
pannello ha 4 slider di tipo classico, non illuminati con 14 livelli. La gradazione dei livelli è la stessa che sulla scala 1-9 a 17 livelli, solo che mancano i tre livelli intermedi corrispondenti a 1,5 – 7,5 – 8,5. Sono livelli agli stremi della scala, non indispensabili nell’uso reale. Quando ho utilizzato il piano Siemens a 17 livelli per molteplici cotture, non ho avuto necessità di sfruttare quei livelli intermedi. Se ci sono è sempre un qualcosa in più, ma non devono essere un fattore discriminante per la scelta del piano cottura. Diverso è il discorso per i piani con solo 9 livelli. Sulla
scala degli slider sono impressi alcuni livelli, 3,5,8,10,14,P che sono direttamente selezionati toccandoli col dito. I numeri non segnati sulla scala, o li si centra al primo colpo facendo pratica col tempo, oppure si pesca un livello vicino e poi si sposta leggermente il dito. Una volta posizionato il dito sulla scala e visualizzato un livello corrispondente, per selezionare il livello immediatamente precedente o successivo basta ruotare leggermente il dito verso destra o sinistra, senza bisogno di muoverlo. Una
critica: potrebbero segnare sulla scala tutti i 9 livelli principali, che rimarrebbero facilmente individuabili direttamente. Sarebbe meglio adottare la numerazione classica da 1 a 9, con la virgola per i livelli intermedi, per creare meno confusione a chi è già abituato ad usare la numerazione 1-9.
Foto:
tasti (dettaglio) Ogni
slider è formato da 5 tasti capacitivi, dotati di piastrine metalliche come sensori. Le piastrine rotonde sono montate su delle molle che le tengono a contatto col vetro. A seconda di quali piastrine e quanto risultano coperte dal dito, l’elettronica calcola la posizione del dito in tempo reale ed il livello di cottura corrispondente. La sensibilità al tocco è molto buona. Rispetto
ai comandi a freccia su è giù del mio modello del 2009, con tasti costruttivamente identici, risulta però più infastidito dall’acqua, in quanto la lettura di uno slider richiede maggiore precisione che non lettura di tipo di solo on/off di due tasti +/-. Particolarità
dei comandi: -Quando
si tocca un livello più basso di quello in uso, l’abbassamento di potenza è istantaneo. E’ molto efficace per evitare traboccamenti. Quando invece si sale di livello c’è un ritardo considerevole di circa 4 secondi, prima dell’erogazione della potenza. Lo trovo un ritardo eccessivo, però impedisce di attivare involontariamente il booster (la P). –
Mentre si scorre il dito avanti e indietro sullo slider la potenza della piastra non cambia. Rimane quella del livello che si era toccato per primo. Il livello viene cambiato solo dopo l’arresto del movimento. Livelli
a intermittenza: I
seguenti livelli impiegano una potenza a intermittenza. Non ci sono cambiamenti rispetto al mio modello del 2009. L’intermittenza non ha alcuna influenza nella cottura. Fra parentesi sono i livelli corrispondenti alla scala 1-9. Piastra
Livelli a intermittenza Potenza intermittente numerazione 1-9 e (1-14)
Piastra
14,5cm da 1 a 5,5 (8)
250W 18cm
da 1 a 4,5 (7) 330W Zona
arrosto da 1 a 3,5 (5) 340W 21cm
da 1 a 3,5 (5) 430W Riconoscimento
pentole: Tutte
le piastre hanno una buona elasticità di riconoscimento. Non presenta differenze rispetto al mio modello del 2009. La
piastra da 14,5cm riconosce senza problemi la caffettiera Bialetti Venus da 2 tazze con fondo di 7,5cm su cui non attacca la calamita e sviluppa 1200W di potenza. La piastra non riconosce però un tappo di barattolo in ferro, del diametro di 6cm (usato come simulazione di un fondo piccolo). Un
pentolino da 10,5cm viene riconosciuto senza problemi da tutte le piastre, anche da quella da 21cm, così come un fondo a nido d’ape di 16cm. Ovviamente
non si tratta di un adattamento del diametro di funzionamento della piastra, come viene fatto intendere erroneamente su alcune descrizioni commerciali, che si leggono spesso sui siti dei costruttori. La bobina è sempre attiva in tutta la sua superficie, solo che il campo magnetico si trova in gran parte attirato dal fondo della pentola. Diametro
fondi e potenza: Le
piastre tendono a rendere disponibile, nei limiti del possibile, la massima potenza indipendentemente dal diametro del fondo della pentola. Un
fondo da 14cm permette di erogare ed assorbire tutti i 2300W della piastra da 21cm, consentendo un breve tempo di ebollizione dell’acqua, senza ricorrere al booster (2500W) sulla bobina da 14cm. Un
pentolino da 10,5cm permette di erogare ed assorbire tutta la potenza sulle piastre da 14,5 e 18cm, mentre su quella da 21cm eroga circa 1200W. Questo
costringe però ad una maggiore cautela con i livelli di cottura quando si usano pentole consistentemente più piccole della piastra, in quanto si rischia di bruciare più facilmente il contenuto. Rumorosità :
E’
molto più silenzioso alle alte potenze rispetto al modello mio modello del 2009. Anche i ventilatori sono più silenziosi. Rispetto
ai modelli Bosch/Siemens alle alte potenze è un po’ più intenso il rumore di ronzio. Sotto il livello 13 (il livello 8 della scala 1-9) diventa silenzioso. Nei
livelli a intermittenza è invece chiaramente udibile il caratteristico “tic” periodico, ma non è tale da essere fastidioso, e viene facilmente coperto dai rumori di cottura. Il “tic” non proviene dalla piastra, ma è generato dalla pentola. I
ventilatori sono poco udibili, seppure più udibili che sui Bosch/Siemens, e girano a velocità variabile a seconda della temperatura interna. “Antipatie”
di funzionamento: I
4 secondi di ritardo nel salire di livello, o all’accensione della piastra, possono essere tanti quando si ha fretta. Non so se questo tempo sia uguale anche in tutti i modelli attuali. Punti
positivi e negativi: +
Estetica della cornice +
Controlli per ogni piastra +
Elasticità nel riconoscimento pentole +
Costruzione delle bobine ben resistente al calore e montate su supporti orientabili singolarmente +
Basso assorbimento in standby, solo 0,3W +
Prezzo concorrenziale (300-330€) +/-
Potenza massima delle piastre disponibile anche su pentole consistentemente più piccole della piastra –
L’assemblaggio dell’insieme vetro-telaio espone il vetro a pericolose flessioni se non maneggiato correttamente e se non posato uniformemente sul ripiano di cucina. –
I 4 secondi di ritardo nel salire di livello non sono gradevoli quando si ha fretta. —————————————————————————————————
Note
tecniche strutturali: Sugli
AEG/Electrolux le schede inverter di tipo “master” e “slave”, sinistra e destra, sono strutturalmente identiche, anche come forma. Ogni scheda può funzionare sia come master che come slave, a seconda di come viene impostato un ponticello di filo. Essendo identiche anche nella forma, tutte le schede sono montabili sia sulla parte destra che a sinistra di un piano cottura. Ovviamente ogni piastra è costruita e programmata per funzionare con un certo diametro delle piastre. Una piastra fatta per alimentare per esempio 2 piastre da 21cm, non può essere impiegata per alimentare una piastra da 14,5 + una da 18cm, e così via. Come anche è vincolante la posizione anteriore/posteriore di bobine di diversa potenza. In
certe riparazioni può essere utile scambiare il ruolo di master/slave fra le schede, per escludere o accertare un guasto sul pannello comandi. Tyco2018-07-15 22:50:37 Fai clic per pollice in basso.0Fai clic per pollice in alto.0 Another@Another 69 Messaggi #2 · 15 Luglio 2018, 22:25
Complimenti per l’analisi. Non ho capito bene l’argomento ‘intermittenza’ e questa frase:
Un pentolino da 10,5cm permette di erogare ed assorbire tutta la potenza sulle piastre da 14,5 e 18cm, mentre su quella da 21cm eroga circa 1200W.
Questo costringe però ad una maggiore cautela con i livelli di cottura quando si usano pentole consistentemente più piccole della piastra, in quanto si rischia di bruciare più facilmente il contenuto.
Fai clic per pollice in basso.0Fai clic per pollice in alto.0 luciano@luciano 152 Messaggi Tyco@tyco 2.454 Messaggi #4 · 16 Luglio 2018, 16:39
Grazie per i complimenti 🙂
[QUOTE=Another]Complimenti per l’analisi.
Non ho capito bene l’argomento ‘intermittenza’ e questa frase:
Un pentolino da 10,5cm permette di erogare ed assorbire tutta la potenza sulle piastre da 14,5 e 18cm, mentre su quella da 21cm eroga circa 1200W.
Questo costringe però ad una maggiore cautela con i livelli di cottura quando si usano pentole consistentemente più piccole della piastra, in quanto si rischia di bruciare più facilmente il contenuto.
[/QUOTE]
Nei livelli indicati la potenza non è continua, ma viene erogata in cicli on/off di durata variabile. Più la potenza impiegata a intermittenza è bassa, meglio è. Non come sulle piastre portatili, dove vedi l’acqua bollire forte a intermittenza.
La seconda parte vuol dire che se metti il pentolino da 10,5cm sulla piastra piccola e la metti a livello 14, hai 1200W sul pentolino, cioè quasi la potenza piena e si scalderà molto velocemente di una pentola più grossa, quindi devi stare attento. Il piano cottura assorbirà¡ comunque 1200W e non 1400W. Fai clic per pollice in basso.0Fai clic per pollice in alto.0 Another@Another 69 Messaggi |